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Beauty Summit Pambianco: la bellezza sull’onda del successo

17 maggio 2017

gustavo-spindula-189471Un mercato in crescita quello della cosmetica, soprattutto in Cina, anche se Europa e USA hanno anche loro cavalcato l’onda di questo successo. Consumatori più consapevoli e informati, nuovi canali di vendita con negozi monomarca ed e-commerce, stanno rendendo il mercato sempre più competitivo e interessante per gli investitori.

E’ quanto è emerso dal recente Beauty Summit organizzato da Pambianco Strategia d’Impresa in collaborazione con EY.

Nell’ultimo decennio il mercato globale della cosmetica è passato da 142 a 205 miliardi di euro con un aumento del 4% rispetto al 2015. Dopo la Cina, con una crescita dell’11,8%, Europa e Stati Uniti si difendono con un valore, rispettivamente, di 62 e 77 miliardi. In particolare, per quanto riguarda l’Europa, Germania, francia, Italia e Gran Bretagna incidono per il 60%.

Gli articoli da toeletta e per il benessere della pelle si spartiscono in ugual misura la metà del consumo cosmetico, mentre i prodotti per i capelli ricoprono un 19%, i profumi 16% e, infine, il make-up con il 14%.

In Italia il fatturato delle aziende cosmetiche è cresciuto del 5,1% nel 2016, trainato in particolare dell’export verso Germania, Francia e Usa, i principali partner commerciali del Bel Paese.

Il Beauty Summit ha quindi delineato un settore sicuramente in buona salute con ancora ottime prospettive di crescita e che sta diventando protagonista di una serie crescente di importanti merger e acquisizioni come, solo per citarne alcune, Coty che grazie ai brand rilevati da P&G Beuty Business ha chiuso il terzo trimestre 2017 con una crescita dei ricavi pari al 6%, ma ancora Estée Lauder che ha acquisito Too Faced e Becca Cosmetics e L’Oreal che ha acquisito per 1,2 miliardi di dollari IT Cosmetics.

L’Italia è ancora un mercato frammentato con aziende di piccole dimensioni con le prime 20 società che rappresentano circa il 33% del mercato. Il nostro Paese deve quindi affrontare la sfida del successo, facendo crescere le piccole aziende affinché si sviluppino in un mercato globale, con conseguenti maggiori capitali per poter fare nuovi investimenti e conquistare nuovi mercati.

@Credit photo Gustavo Spindula @gspidula

 

 

 

 





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Rapporto Coop: italiani sempre più bio e hi-tech

9 settembre 2016

00-rc2016-copertina-2500Seppur più vecchi e più soli, più poveri e disuguali, i “nuovi italiani” sono diventati anche più green e smart, più clean e healty. Sono tra i più innovativi e sperimentali d’Europa. Tecnologici con il loro smartphone sempre connesso (15 milioni venduti nell’ultimo anno +16%) e con al polso un dispositivo wearable (1 italiano su 10). E anche se non ha ancora sfondato, l’Internet of Things  sarebbe ben accetto dall’80% degli italiani per una casa sempre più connessa.

E’ questo il quadro che emerge dal Rapporto Coop 2016 sui consumi e gli stili di vita, presentato ieri, e redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di Iri Information Resources, GFK, Demos, Nomisma e Ufficio Studi Mediobanca.

Entusiasti, gli italiani hanno aderito alla sharing economy (il 5% usa le piattaforme), considerano l’ambiente un bene primario e sono sempre più alla ricerca del cibo eco-sostenibile. Anche la mobilità dell’italiano diventa green: +48% le vendite di auto ibride nel primo semestre dell’anno, quasi 57.000 le e-bike.

I più magri d’Europa, l’italiano mangia di meno in quantità, ma sempre più global (il cibo etnico guadagna un + 8% nel primo semestre 2016), i cibi sono sempre più light e si afferma lo stile alimentare “clean”. Gli ingredienti “antichi” sono diventati i “superfood” di oggi: lo zenzero, la quinoa, la curcuma  parole cercate ossessivamente in rete ma anche fonte di un segmento di fatturato in crescita (il giro d’affari dello zenzero anno su anno fa registrare un +141% e la curcuma supera il 93%). Ma anche pillole, integratori, beveroni generano in Italia un mercato che ci fa primeggiare in Europa (2,5 miliardi il giro d’affari e un +7,7% anno su anno).

E in questo identikit purtroppo si evidenzia anche un alto consumo di farmaci per l’ansia e il sonno (10% più alto della media europea) o delle droghe: il 31,9 dichiara di aver fatto uso almeno una volta di cannabis (più di noi solo i francesi e i danesi) e addirittura secondi in Ue dopo gli spagnoli per uso di cocaina (il 7,6% ne ha fatto uso almeno una volta). Gli sforzi per sconfiggere lo stress lo dimostrano i 2 milioni di italiani che praticano yoga, il doppio rispetto al 2011: in rete sui siti specializzati e nelle grandi piattaforme di aggregazione viene venduto un accessorio per la meditazione ogni 83 secondi.

La versione integrale del Rapporto Coop 2016 è visionabile e scaricabile su http://www.italiani-coop.it/





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